
CUORE
Le Emozioni Come Bussola: Sentimenti, Credenze, Ferite e Rinascita del Potere Personale
Nel counseling relazionale, le emozioni non sono viste come ostacoli da evitare, ma come messaggeri profondi del nostro mondo interiore. Ogni stato emotivo che viviamo nella quotidianità – dalla gioia alla rabbia, dall’ansia al piacere o al senso di colpa – racconta una parte della nostra storia, spesso scritta molto prima di quanto possiamo immaginare.
Fin dal grembo materno, il feto entra in relazione con l’ambiente emotivo della madre, della famiglia e dell’ambiente circostante. Le emozioni, le tensioni e i vissuti relazionali che circolano in quel campo energetico vengono registrati a livello inconscio e cellulare, creando le basi di ciò che in seguito vivremo come “reazioni emotive” o “ferite interiori”, quindi la qualità dei mattoncini che formeranno la persona.
Le cosiddette 5 ferite emozionali di base — rifiuto, abbandono, umiliazione, tradimento e ingiustizia — sono esperienze profonde che si formano nei primi anni di vita e si legano alle nostre credenze mentali. Queste convinzioni inconsce, come “non merito amore”, “non sono abbastanza”, “gli altri mi faranno del male”, agiscono da filtro attraverso cui interpretiamo noi stessi e il mondo. E sono proprio queste credenze che generano le nostre emozioni: non è l’evento in sé a farci stare male, ma il significato che gli attribuiamo sulla base di ciò che crediamo di valere e per cui come ci percepiamo in relazione all’evento stesso.
Nel tempo, questi stati emotivi non elaborati si sommano, generando stress cronico, senso di colpa, insicurezza, disagio relazionale ed una costante sensazione di depotenziamento. Quando la nostra autovalutazione si basa su ferite non guarite, ci sentiamo inadeguati, in difetto, o costantemente in allerta. Questo influisce sulle scelte che facciamo, sulle relazioni che attraiamo e sul nostro modo di stare nel mondo.
È la persistente presenza di una certa emozione che dal ventre sale al cuore diventando sentimento, ad esempio la costante rabbia di pancia diventa l’odio che chiude il cuore .
Tuttavia, non siamo condannati a restare prigionieri delle ferite del passato. Attraverso un percorso di crescita personale e di rilascio emozionale, è possibile riportare in superficie quei vissuti antichi, osservarli con compassione e trasformarli. Il counseling offre uno spazio sicuro e accogliente per farlo: attraverso l’ascolto attivo, il riconoscimento delle emozioni e la ristrutturazione delle credenze, accompagna la persona in un processo di rinascita interiore.
Quando cominciamo a guarire le ferite, le emozioni cambiano: l’ansia lascia spazio alla calma, la rabbia si trasforma in determinazione, la tristezza diventa apertura alla vita ed al sentire, allora con questo nuovo equilibrio emotivo emergono scelte più consapevoli, azioni più assertive, relazioni più autentiche e felici.
L’autostima si rafforza non perché “impariamo a piacerci”, ma perché riconosciamo il nostro valore oltre le vecchie ferite.
Comprendere e trasformare i nostri stati emotivi non è solo un atto di cura personale, ma un vero e proprio processo di liberazione. Solo riconoscendo il ruolo che emozioni, credenze e ferite giocano nella nostra vita possiamo tornare a scegliere da adulti, con consapevolezza, forza e libertà, ed è in questa scelta che ritroviamo amore e pace.